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La figura del Ghost Designer

La figura del Ghost Designer

accademiadeglieventi adelll aggiornamento professionale designer eventplanner imparasaperfare lifelong learning planning Jan 31, 2023

A cura di Arianna Pascuttini

 

Incontrare Tiziana Lucioli e la sua Accademia nel mio percorso professionale è stato un grande piacere, finalmente ho potuto dare voce, attraverso la formazione e il confronto divulgativo, al cambiamento di mercato di alcune figure professionali nel campo degli eventi.

In realtà quella di cui vi voglio parlare è una figura presente da diverso tempo e poiché, nascosto al pubblico in maniera sfacciata, come siamo abituati ormai nell’era dei social media, risulta ambiguo pensare quanto sia efficace, essenziale e sempre più impattante dal punto di vista di prodotto, risultato, obiettivo,  progetto finale, un consulente che possa rimanere nell’ombra e non sulla ribalta senza poter sfruttare gli strumenti ormai quotidiani come foto con pose più o meno plastiche e reali, o video attraenti e pieni di seguaci ignari del vero contenuto.

Molti di voi si chiederanno perché definire fantasma un ruolo allora, così importante come il designer, il ghost designer è tale proprio perché dà forma ai progetti più diversificati; il suo vero valore aggiunto è proprio che lo fa in forma anonima, senza che possa essere accreditato, nel suo controsenso la sua forza è il suo non esserci pur essendoci.

In un mondo dove l’apparenza è il biglietto da visita di tanti percorsi, qui il “saper fare”, per dirla come lo farebbe la nostra “Accademia degli Eventi”, è nascosto o meglio il suo proprietario nome e cognome non è visibile e quindi fantasma.

La sua percezione è solo nel progetto stesso magari accostato ad altro brand o nell’obiettivo di mettere in risalto qualcun’ altro.

Quello che mi ha piacevolmente stupito nello svolgere questa attività è il grande impegno che ci si mette nel dare luce agli altri, e in maniera simultanea trarre grande soddisfazione da questo altruismo celato da soft skill, da qui si può capire bene che non è un lavoro da e per tutti.

Lavorare dietro le quinte, senza avere visibilità pubblica da consapevolezza che la buona riuscita del tuo lavoro la si vede solo attraverso la realizzazione stessa e soprattutto il riconoscimento della mente creativa è chiuso nel circuito dei soli addetti ai lavori.

Senza dubbio non sempre chi firma una storia né è l’autore, e questo lo sappiamo bene, certo è che la grande difficoltà è nel trovare un equilibrio che garantisca una personalità invisibile senza rinunciare alle proprie capacità che la determinano, le criticità nel vedersi riconoscere esistono e sono ancora molte ma vengono alimentate dalle gratificazioni che si abbracciano lungo il percorso professionale.

Direi che la scelta sia anche molto dettata dalla propria personalità in cui si dichiara di non sentirsi a proprio agio di fronte alla costruzione di un personaggio, piuttosto che alla materializzazione di un servizio.

Mi spiego meglio, l'importanza è che non ci sia la necessità che la figura diventi legittima, ne perderebbe i privilegi e probabilmente anche la massima aspirazione creativa, oltre che avere una libertà di azione ad ampio spettro. Arrivati fino a qui, il profilo che si delinea è quello di una figura introversa ma creativa, altruista ma solitaria, estrosa ma timida, niente di più distorto se pensiamo a come si lavora in sinergia e in squadra, per esempio già dalla forma economica e contrattuale, il ghost designer deve necessariamente rapportarsi ad un ulteriore consulente per trovare la formula migliore, soprattutto, in termini di accreditamento e cessione diritti d’autore, quindi il confronto e il dialogo sono inevitabili.

Se vi chiedete qual è il futuro di questa figura professionale lo potete capire dal suo sviluppo crescente in ogni ambito merceologico, in qualsiasi situazione in cui si necessita di prestazioni creative ed artistiche.

Nella praticità proviamo ad immaginare un professionista di grande rilievo, dove troverebbe il tempo per studiare, analizzare, progettare, provare, modificare, ogni singolo elemento in maniera che possa essere sempre qualitativamente performante anche in tutti gli altri settori di competenza e mantenere un rapporto simbiotico con cliente che ha sempre bisogno di essere supportato e sopportato.

Il problema è anche il reclutamento di ruolo, molte aziende non sono internamente abituate e attrezzate a produrre i contenuti di cui tanto necessitano, viviamo in un mondo in cui la comunicazione è rapida quasi sfuggente e c’è bisogno sempre più di contenuti, i luoghi dove fruirne sono raddoppiati e le aziende si affidano sempre di più a professionisti esterni, tra cui, appunto, i ghost designer, ma come cercarli e come immettersi nel lavoro? Questa è la vera sfida a cui rivolgersi e in mancanza di suggerimenti ben precisi possiamo solo credere profondamente che è l’assenza di visibilità mediatica che ci permette di essere quello che siamo.

E’ incredibile pensare che dove tutti vanno c’è un mondo parallelo che non è un metaverso ma una dimensione di lavoro reale quella di menti creative nascoste, che operano per rendere visibili e luminose molte altre, che senza clamore mediatico e con mancanza di autorità di ruolo ne determinano il successo e l’affermazione, il giusto compromesso di unione perfetta.

(Clicca qui... per accedere al profilo e ai dati di contatto di Arianna Pascuttini)


Il tema dell'articolo è stato sviluppato in uno dei webinar di AdELLL e la registrazione è disponibile in piattaforma. Per informazioni ulteriori Clicca qui...

 

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